“L’ibrido entra in azienda”

Una survey realizzata dall’Osservatorio sulla mobilità aziendale Top Thousand, composto da Fleet e Mobility Manager di grandi aziende, e la rivista Fleet Magazine ha tracciato un quadro puntuale su numeri, prospettive, vantaggi, incertezze e criticità di questa alimentazione.
L’indagine è stata condotta su un ampio campione di oltre 100 aziende di ogni dimensione (grandi, medie, PMI) e di diversi settori merceologici (farmaceutica, tour operator, banche, logistica, compagnie aeree, assicurazioni, consulenza, etc…), per un parco totale gestito di 118.439 veicoli, di cui 106.654 a noleggio e 6.158 unità ibride, divise tra Mhev (Mild Hybrid Electric Vehicle), Hev (Hybrid Electric Vehicle) e Phev (Plug-in Hybrid Electric Vehicle).
La prima risposta che emerge con chiarezza dalla ricerca è che l’ibrido, nelle sue tre declinazioni, è ormai una realtà per le imprese italiane, grazie alla crescente offerta delle Case automobilistiche e alla propensione da parte dei noleggiatori a proporlo nel mix di alimentazioni in flotta.

Ibrido, flotte ed incentivi
L’ibrido in flotta non è certo una novità. Precedenti survey avevano rilevato quote in crescita negli ultimi anni. Dallo studio emerge una sostanziale equa distribuzione tra i diversi modelli ibridi (Full, Mild e Plug-in), con una crescente propensione verso quest’ultima tecnologia, arrivata a rappresentare il 36% della complessiva flotta ibrida.
Il cosiddetto ibrido alla spina sta diventando sempre più utilizzato non solo per l’aumento dell’offerta dei modelli, ma anche per il livello di emissioni (sotto i 60 gr/km) che dal luglio scorso consente di ottenere vantaggi in virtù della nuova disciplina sul fringe benefit (qui l’articolo)  oltre alle previste agevolazioni per la circolazione (su tutti, ingresso nelle ZTL, parcheggi). Il tutto senza l’ansia da ricarica che ancora oggi riduce l’appeal dell’elettrico.
“Lo studio elaborato su un campione altamente rappresentativo”, osserva Gianfranco Martorelli – Presidente di Top Thousand, – evidenzia la ormai consolidata propensione a inserire veicoli ibridi in flotte aziendali, in particolare plug-in hybrid. L’impatto della pandemia non sembra aver rallentato questo processo; le nuove norme penalizzanti sul fringe benefit e gli incentivi governativi stanno anzi supportando questa transizione che si preannuncia inesorabile, ma graduale. La svolta elettrica ci sarà e la mobilità aziendale come sempre farà da apripista, ma ci vorranno diversi anni. Fino ad allora l’ibrido (in particolare il plug-in) rappresenterà una soluzione concreta e sostenibile per ridurre in modo significativo le emissioni del proprio parco, evitando le ansie e le attuali limitazioni connesse alla tecnologia elettrica”. 

Perché le aziende scelgono l’ibrido?
Tra i motivi che spingono i Fleet Manager a scegliere l’ibrido:
> l’abbassamento delle emissioni medie di CO2 (indicato dal 60% degli intervistati),
> la responsabilità sociale d’impresa (segnalato dal 55%),
> i risparmi negli spostamenti, le tipologie di percorsi e chilometraggi effettuati dai driver (il 57% percorre meno di 100 km al giorno),
> l’abbattimento dei consumi (segnalato dal 26% del campione)
> la tassazione agevolata del fringe benefit (21%).
Interessante notare come quasi 20 Fleet Manager su 102 abbiano segnalato anche il vantaggio derivante da canoni di noleggio che oggi risultano sempre più competitivi.

Nei prossimi 12 mesi si prevede una crescita del 250%, anche grazie a canoni più vantaggiosi
La maggior parte dei fleet manager vogliono aumentare il numero delle auto ibride nella flotta nei prossimi 12 mesi: una previsione di aumento che tocca le 15.500 unità nel giro di un anno, una crescita superiore al 250% rispetto ad oggi.
In particolare l’attenzione è per l’ibrido plug-in (il 54% dichiara di volerli inserire in car list), seguito dal Mild e dal Full Hybrid.
L’ibrido piace grazie a canoni di noleggio più vantaggiosi che in passato: 2 fleet manager su 3 hanno registrato da parte dei noleggiatori canoni uguali o addirittura in calo per il noleggio di veicoli ibridi negli ultimi due anni.  La variazione è stata attribuita, in particolare, al miglioramento dei valori residui (il valore del veicolo al termine del noleggio), alla maggiore disponibilità di modelli (che incide positivamente sui prezzi), ai bassi costi di manutenzione degli Hev, ma anche agli incentivi statali

Infine, un’area che merita maggiore attenzione: nonostante un upgrade negli ultimi 24 mesi, la consulenza da parte dei noleggiatori presenta ampi margini di miglioramento.
Solo 4 Fleet Manager su 102 dichiarano che i propri driver hanno usufruito di corsi di formazione sui veicoli ibridi (organizzati da Case, noleggiatori, ma anche da altri fornitori esterni).